Può accadere talvolta che, a dispetto della diffusa incuria con cui trattiamo spesso i nostri…

Primula vulgaris
Nome scientifico
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Primula vulgaris
Il nome del genere, Primula, sembra derivare dal latino “primus”, in riferimento alla fioritura precoce. Il nome della specie, “vulgaris”, significa “comune”, ed indica l’ampia diffusione del fiore. |
Nomi comuni
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Primula comune, Primavera
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Stato di protezione
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Specie protetta di cui è vietata la raccolta a livello regionale (categoria C1)
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Descrizione
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La Primula comune, chiamata spesso semplicemente Primula, anche detta Primavera, è considerata con la sua fioritura uno dei segni che annunciano l’arrivo dell’omonima stagione. Si tratta infatti di uno dei primi fiori a colorare i boschi del Parco e di tutta Europa, comparendo in realtà già durante la parte terminale dell’inverno. Come molte altre piante erbacee di ambiente boschivo, riesce a fiorire così precocemente in quanto si tratta di una pianta perenne, che presenta un rizoma (fusto sotterraneo modificato) che sopravvive per l’intero arco dell’anno. Le foglie, disposte a rosetta, e le giovani gemme, sono già presenti durante l’inverno; questo consente alla pianta di sfruttare tutta la luce disponibile prima che gli alberi ne sottraggano gran parte con le foglie prodotte nella bella stagione. I fiori sono raggruppati in infiorescenze che possono comprendere da 1 a circa 30 fiori che nascono, come le foglie, direttamente dal rizoma sottostante. I cinque petali di ciascun fiore sono fusi tra loro e di colore generalmente giallo chiaro. |
Periodo di fioritura
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Da febbraio ad aprile
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Distribuzione e habitat
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Diffusa nelle aree temperate dell’Eurasia, dalle coste dell’Atlantico al Caucaso, in aree pianeggianti e montuose. Cresce generalmente nei boschi di latifoglie, ma si può trovare anche in aree prative, sebbene prediliga le aree ombreggiate. Diffusa soprattutto dalle quote di pianura sino ai 1200 m, ma si può trovare anche a quote maggiori. |
Curiosità
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Non tutte le primule sono uguali: mentre alcune piante producono fiori con stilo lungo e stami brevi (detti fiori “longistilo”), altre producono fiori con stilo breve e stami lunghi (detti “brevistilo). Questa differenza è facilmente visibile osservando il fiore: si vedranno infatti affacciarsi all’imboccatura della corolla rispettivamente lo stilo o gli stami. La presenza di fiori con caratteristiche diverse impedisce l’autoimpollinazione, favorendo invece l’impollinazione incrociata, mediata da insetti. |
Autore
Luigi Pezzotta